Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

                                    

FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SAN FOCA MARTIRE 9 AGOSTO 2015
FRANCAVILLA ANGITOLA

Le saette di fuoco si spingono sempre più in alto e le scie che tracciano nell'aria sembrano serpenti ardenti. Lassù finiscono la loro corsa e deflagrano frammentandosi in una cascata di scintille che cadendo giù illuminano la Costera a giorno. Mille facce come per incanto guardano fisse la volta celeste e vorrebbero che il magico spettacolo non si fermasse più, ma la bomba forte e tonante alla fine arriva è l'epilogo della festa. Il Santo con la serpe anche questo anno può ...dirsi soddisfatto, il fuochista ha fatto un buon lavoro. Alla fine si spengono anche le lampadine degli archi e gli ultimi ferari s'affrettano a riporre nei loro veicoli le loro mercanzie. Per loro non c'è riposo , domani in un altro paese per una nuova festa. Finisce così un nuovo anno , già perché per i francavillesi il calendario non parte dal primo gennaio , ma dalla seconda domenica d'agosto , attesa da noi bambini di un tempo passato come l'Epifania. Il martire antiocheno rimarrà ancora alcuni giorni sul suo piedistallo coperto da tessuto rosso porpora e poi tornerà nella sua nicchia per scendere nuovamente a febbraio. Chissà se a porte chiuse nel silenzio e al buio avrà da lamentarsi con gli altri santi e con l'Altissimo di questa festa. Da domenica la sua casa non sarà più piena e avrà la compagnia di poche pie donne. Potessimo ascoltare le sue lamentele! Da secoli i suoi occhi si posano benigni su questo paese che lo ha scelto come avvocato e protettore e sui suoi abitanti .Quante volte lì ha tutelati in passato tenendo lontani Saraceni , guerre, carestie,terremoti, epidemie ed alluvioni. Ora i suoi occhi vedono tante rivoluzioni, la fede non è più quella di un tempo. Non ci si accosta più a Lui con rispetto, timore e contegno, la sua casa non è più un luogo di silenzio e di preghiera. Forse il tempio di Gerusalemme ai tempi di Gesù Cristo era più ordinato. Già perché il divino non incute più timore, ormai ci si sente autosufficienti convinti che la materia possa dare risposta ad ogni necessità. Il divino e le sue regole immutabili sono stravolti ,la fede personalizzata, adattata alle proprie esigenze, i sacramenti sono degli optional. Il legame per San Foca scema, s'allenta di anno in anno e s'esplica in un solo giorno. La sua festa diviene una data, una ricorrenza a cui abbinare altri eventi che si susseguono vertiginosamente,senza tregua. Da domani tutti torneremo alla solita vita in attesa di un nuovo agosto e una nuova festa.Chissà cosa dirà San Foca agli altri santi la sera quando la sua casa è chiusa.

LORENZO MALTA

 

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  FONDAZONE CULTURALE “LE TORRI” Via Le Grazie 55 FRANCAVILLA ANGITOLA (VV)

SPIGOLATURE:

TRADIZIONI POPOLARI - FESTA PATRONALE

SAN FOCA MARTIRE-

Ricerca di Condello Michele D.S.G.A in pensione.

Studi sulle tradizioni popolari calabresi, si trovano in molti libri: di storia, di letteratura, d’arte, di religione e, principalmente, in due libri, che in differenti periodi di tempo, furono dedicati alla materia : nella Calabria di G.B. Bruzzano (1882-1905) e nel Folklore Calabrese di R. Lombardi Satriani (1915-1932).                    

In ogni caso, Le tradizioni popolari della regione Calabrese, si possono riassumere in alcuni importanti elementi della vita: gli usi e i costumi dalla nascita ,al matrimonio,alla morte e ai riti festivi.

Le feste patronali costituiscono una parte interessante del calendario popolare.                                                                          Esse, col trionfale apparato, intendono significare l’apoteosi del Santo Patrono, specie, quando questi è uno di quei Santi che la tradizione addita come celeste Campione mandato per la salvezza del Popolo di un determinato paese.

Tale è SAN FOCA, che è fama difendesse Francavilla Angitola dalle incursioni dei saraceni.                                                                                                                                     Si racconta che, mentre i Saraceni erano in cammino per assalire e distruggere Francavilla,

il protettore del paese si presentò loro vestito da guerriero e quando gli domandarono quale fosse la strada per raggiungere il paese, Egli li condusse per una via tortuosa attraverso un bosco, ove. gira e rigira, finalmente si persero e così salvò Francavilla dalla distruzione.  Questo è San Foca Soldato.

Nella seconda domenica d’agosto, l’abitato di Francavilla Angitola si mutava, come per incanto, in un giardino, in onore di San Foca, che la leggenda  vuole giardiniere.Durante la processione,la statua era seguita da un’immensa folla di fedeli che,di tanto in tanto,sostava per la raccolta dei doni votivi.

Vi si vedono penitenti con i piedi scalzi, animali con la testa infioccata ed infiorata, con l’effige o la medaglia del Santo sulla fronte.                                                        Si preparavano pani votivi in varie forme: di serpi, di mano, di ghirlanda, di ruota di carro, di corone con la figura del Santo.

 I “ TARALLI”  si esponevano nella chiesa, sopra un tavolo.

La festa di San foca fino al 1743 era celebrata il cinque marzo, in seguito, con una bolla pontificia, fu trasferita l’ 11 d’agosto ed infine alla seconda domenica d’ogni anno.

La statua fu portata a Francavilla nel 1663 da Roma dal Padre Simpliciano  Cilurzo priore del convento di S.Croce.

Nel 1685, la statua era ancora intera e non a mezzo busto.

La statua era conservata nel monastero di Santa Croce e, nelle celebrazioni, il sindaco la chiedeva al Priore, rilasciandogli regolare ricevuta, con l’obbligo di restituirla il giorno seguente, o al massimo dopo due giorni della celebrazione della Festa. Tale consegna e riconsegna avveniva per rogito notarile. La consegna della statua avveniva nove giorni prima della festa, per provvedere alla normale NOVENA, consegna che si svolgeva con pompa presso il convento degli Agostiniani.

I due padri rettori accompagnati dal Clero, preceduto dalle Congregazioni Laiche-Religiose e dai notabili della Città procedevano, di fatto, alla consegna.

San Foca non fu sempre il Protettore-Patrono di Francavilla Angitola, in forma ufficiale, lo divenne dopo la soppressione dell’Ordine degli Agostiniani, con la deliberazione del Comune, datata 17.4.1881-Sindaco Errico Caria.

Il Patrono di Francavilla, prima di San Foca, era San Nicola di Mira. Dopo La fondazione del convento dei Domenicani (1545), come  compatrona fu scelta la Vergine Augusta, sotto il titolo di S.Maria Maggiore.

Tra i miracoli fatti da San Foca, il più popolare è quello del trasporto dal convento degli Agostiniani alla Chiesa.

Dopo la soppressione dell’ordine degli Agostiniani e la suddivisione del patrimonio religioso tra i comuni viciniori, la statua di San Foca era stata assegnata al comune di Filadelfia.La popolazione di Francavilla appena appresa la notizia si riunì in umile preghiera, impetrando la Grazia che la statua non venisse assegnata  a Filadelfia.

 Arrivato il giorno della consegna della Statua alla comunità Filadelfiese, tutta la popolazione di Francavilla, con a  capo le autorità, con stendardi, bandiere e Clero ufficiante, si dirige verso il convento di Santa Croce.

Al seguito delle autorità e della popolazione vi era un carro, trainato da due bianchi giovenchi coperti con damaschi di seta, fiori e ghirlande, per porvi dentro la Statua di San Foca, anche contro il volere delle Autorità, avendo così deciso un piccolo nucleo di Fedeli e devoti a San Foca.

Completate le formalità di rito, alcuni fedeli di Filadelfia, si avvicinano alla statua per prenderla e trasportarla nella loro Chiesa matrice, ma non riescono a smuoverla, nonostante i ripetuti sforzi degli incaricati e d’altri amici che, nel frattempo, si erano prodigati.                                                                                        

I Fedeli di Francavilla che assistono a tale miracolosa prova, grandi favoriti dal Santo, senza esitare, fanno accostare il  carro e caricano la statua che diviene leggerissima. Grande l’entusiasmo dei fedeli per il miracolo ricevuto. I bianchi giovenchi, senza ricevere nessun comando, senza aspettare nessun conducente, si rigirarono prendendo la direzione di Francavilla tra lo stupore e le lacrime dei devoti.

Dopo quest’episodio miracoloso i cittadini di Francavilla sono stati e sono sempre fedeli al Santo con la Preghiera e con i doni votivi(grano, taralli, ciambelle cosparse di zucchero a forma di serpe,  di mani, di ghirlanda,  di ruota di carro).

Altri miracoli si ricordano del nostro Protettore.

Raccontano i familiari di un emigrato in America che, mentre lavorava in una miniera di pietra, una scheggia  gli si conficca in una gamba e la ferita si trasforma in cancrena. Nel delirio, gli appare San Foca. La mattina la febbre era scomparsa e la ferita guarita.

Un cittadino di Monterosso regala a San Foca una corona di maiolica per la grazia ricevuta durante la guerra 1915/1918.

Molti fedeli portano sul braccio il tatuaggio di San Foca per la grazia ricevuta in momenti difficili della loro  vita : è bastato infatti invocarlo per uscire dal pericolo.

Durante la processione, come durante la novena e la mietitura, è  cantato dai fedeli un antico inno in lingua dialettale, che puntualizza i punti principali del martirio del Santo. Tale inno è altresì cantato sui gradini di casa dalle giovani donne nelle ore serotine d’estate,  ricordando  i canti  struggenti  delle   sacerdotesse della  Grecia antica.

Il nome Phocas (Foca) era diffuso oltre a Francavilla anche a Castelmonardo , Maierato, Polia e Pizzo. Le famiglie di Pizzo che onoravano San Foca erano quelle domiciliate nel rione San Francesco e Fontana Vecchia in parte discendenti da Rocca.

Il nome Phocas è ancora vivo nell’Oriente.

1.     San Foca umile giardiniere alle porte di Sinope sul Ponto, albergava viandanti e poveri. Nella persecuzione d’Adriano, fu decapitato dai soldati mandati a lui, e da lui stesso ospitati verso l’anno 117.

2.     E’ un Santo specialmente venerato dalla chiesa bizantina ed il suo culto in Calabria si spiega con i lungo periodo nel quale la regione dipese dall’imperatore di Costantinopoli. Mentre, infatti, gran parte d’Italia era in mano ai Longobardi e, poi, dei Franchi e la Sicilia erano stati conquistati dai Musulmani, la Calabria fu tenuta dai bizantini fino alla conquista normanna.

 

   PREGHIERA A SAN FOCA MARTIRE

§§§

O glorioso martire S.Foca illustre

Figlio di Antiochia,stendi

Benevolmente su di me l’ombra del Tuo

Patrocinio mentre a te tutto mi affido e

Difendemi da tutti i pericoli,dai quali

Ora più che mai,sono minacciato

 

Tu che spreggiasti eroicamente le

Crudeltà dei tiranni e gittato in una fossa

Di serpi velenosi,ne uscisti incolume e

Vittorioso col serpe attorcigliato al

Braccio in segno di trofeo cantando le

Glorie del Signore,abbatti ora il dragone

Infernale e rendimi salvo.

Deh! Sorridi o grande Protettore

All’umile Tuo servo e mostrati luce che

Ne rischiari l’intelletto,fiamma che ne

Riscaldi il cuore,guida sicura in questo

Mare tempestoso della vita affinché

Possa,Te Duce,combattere e vincere

Per conseguire un giorno il premio eterno

Amen.

 

Note: rivista mensile Il Ponte- scritti vari.-Folklore della Calabria.

 

 

 

 

  ALBUM FOTO DI GIUSEPPE PUNGITORE WWW.FRANCAVILLAANGITOLA.COM

 

Per maggiori informazioni scrivere a: phocas@francavillaangitola.com